1942/06/10 – Il Santuario della Madonna dell’Aiuto
Da La Trebbia del 10 giugno 1942
Cronache d’altri tempi: il Santuario della Madonna dell’Aiuto
La festa del 5 giugno ha ridestato la curiosità di ricercare fra le cronache antiche quel po’ di notizie che ci hanno conservato intorno all’erezione del santuario della nostra cara Madonna dell’Aiuto. Le poche cose che abbiano potuto trovare le riportiamo qui come noterelle sparse, come bricciole di storia nostra che si leggono sempre volentieri e potrebbero anche servire….a chi volesse darcene una monografia o una storia completa.
Come è noto, le apparizioni di N.S. dell’Aiuto risalgono al 1611: la prima al 5 giugno, le altre al 13 e 23 giugno e al 4 luglio successivo. In tanto risveglio di fede che esse hanno suscitato, fa meraviglia il vedere passare non meno di dieci anni prima che si ponesse mano alla costruzione del santuario, ma troppe erano le difficoltà che si frapponevano non ultima quella della strada pubblica che passava proprio davanti all’immagine miracolosa, e che necessariamente si doveva spostare.
Del resto alla costruzione di una nuova chiesa pensò subito il Vescovo d’allora Mons. Bellini, e già due anni dopo le apparizioni, era pronto il disegno, come rilevasi da questa nota che troviamo nei registri d’amministrazione:
« 1613, adì 2 settembre a Mastro Andrea architetto del lago di Como per haver disegnato la gesia della Mad. dell’Aiuto et suo viaggio da Tortona a Bobio ».
Il primo progetto è dunque quello di Andrea da Como. Avendone però ritardata l’esecuzione per anni ed anni, altri hanno supposto – e non senza fondamento – che di fatto il santuario sia stato costruito su disegno di Pellegrino Ribaldi, l’architetto del santuario di Caravaggio. Ma nulla risulta dai documenti che abbiamo qui.
Nel 1619 fu appianata finalmente la difficoltà della strada, come rilevasi dal Diario del Vescovo Abbiati sotto la data del 28 settembre: « Eodem die visitatae fuerunt scholae Doctrinae christianae et proposita Consilio Civitatis permutatio viae qua itur ad sanctam Mariam de Adiutorio transferendae paulo altius versus collem…».
Il Consiglio accolse la proposta e diede la sua deliberazione in favore a condizione però che non mancasse il consenso del Senato, poiché Bobbio dipendeva allora dal Ducato di Milano, sottoposto al dominio Spagnolo. E il consenso del Senato fu chiesto con questa supplica, consegnata al Pretore di Bobbio che partiva per Milano il 18 febbraio 1620:
« Volendo i Signori Deputati della Beatiss. Vergine Graziosa e Miracolosa dell’Agiutto di Bobbio, fra quali di presente è l’Ill.mo sig. Conte Francesco dal Verme feudatario di detta città, fabbricare una nuova chiesa alla Beatiss. Vergine dell’Agiutto, et essendo gravemente impediti da due strade, una pubblica et l’altra che non serve ad altro che coprire i ladri, hanno dimandato al generale Consiglio di detta città di permutare la strada pubblica trasportandola poco lontano per lasciarvi il sito alla nuova chiesa e facendone un’altra che sarà più lunga, più diritta, e più bella, e più comoda, e d’havere l’altra per servitio di detta Chiesa che s’ha da fare, et havendo il Consiglio dato il consenso e per l’una e per l’altra quando vi sia il beneplacito dell’Ecc.mo Senato nel quele totalmente si rimettono, come dagli atti dello stesso Consiglio, si supplica il Senato Ecc.mo che voglia concedere la permutatione della strada pubblica et che l’altra si possi tenere, essendo in maggior utile et abbellimento della Città, la quale si verrà ad abbellire con la strada più comoda, e più diritta, e con la fabbrica della nuova Chiesa ad honore della Beatissima Vergine »
Così nel diario di Mons. Abbiati
Ottenuto il consenso del Senato. il Vescovo stesso pose la prima pietra il 15 luglio 1621. E la data non fu scelta a caso, ma si volle collegare al ricordo di S. Enrico Imperatore che nel 1014 eresse qui la Sede Vescovile e scrisse il nome di Bobbio nell’albo delle Città italiane.
La costruzione fu lenta; e solo dopo vent’anni poté dirsi, se non finita, appena coperta. Abbiamo infatti nel 1641 una lettera di Mons. Abbiati, che invita i fedeli delle parrocchie suburbane e delle altre più vicine a Bobbio (Coli, Porcile, Pieve, Brugnello, Romagnese) a prestarsi nel trasporto delle ardesie per la copertura dl tetto.
Il lavoro di perfezionamento fu continuato dai Vescovi successori, specialmente da Mons. Alessandro Porro; e Mons Lodovico Anduxar la consacrò solennemente il 13 luglio 1738.