1929/12/25 – I costumi della Val Trebbia

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Da "La scure" del 25 Dicembre 1929 

La Val Trebbia, per la zona piacentina, ha portato al costume femminile qualche nota più viva di colore. Per quanto la foggia dei corpetti si mantenga pressoché uguale a quella della Val Nure (un corpettino di lanina nera attillato al busto, accollato, chiuso sul davanti con una serie di piccoli bottoncini, le maniche lunghe ed aderenti con un rialzo a spallina all'attaccatura), il colore della stoffa ha preferenza a colori più vivi. La sottana pure ampia e bordata è normalmente intonata in bleu scuro. Così i grembiuli sono di percalle, stampati a piccoli fiori a fondo bleu e con fregi in bianco o in rosso. In capo è posto un fazzoletto, in diagonale e annodato alla gola. Sulle spalle è collocato, pure in diagonale, uno sciallo a grandi fiorami, così come il fazzoletto da capo. Entrambi hanno fondali o in marrone rossiccio o in giallo oro. Al collo, libero dal collettino del corpetto, sono collocate corte catene d'oro formate da palline o anelli. Calzano zoccoli di legno fermati da una legatura al collo del piede. Calze di colore rosso e bianche. Gli uomini portano abiti di velluto o marrone o verde scuro. Vellutone righettato. Calzoni pure di velluto stretti alle ginocchia. Calze fin sotto le ginocchia, di lana bianca grossa e fermate fda un nastrino e gala, a colori vivi. Scarponi grossi, robusti chiodati. Fascione a colori sgargianti a righe, intorno alla vita. L'immancabile bastone di ginepro o d'olmo.

ALDO AMBROGIO

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