Uno scontro nei pressi di Bobbio


Girando per le nostre montagna, inoltrandomi verso Vaccarezza e più precisamente verso Ronco Freddo, mi sono trovato davanti ad un campo chiamato da tutti i contadini del posto come:«Pièna sanguinuza».

Poi ho trovato questo articolo e da quel momento un dubbio mi assale. È forse questa la spiegazione?



Da La Trebbia del 13 maggio 1923

Un interessante episodio inedito della reazione austro – russa nel 1799 – Uno scontro a Bobbio – Franco – Liguri annegati nel Trebbia


Dal Registro parrocchiale dei decessi della Cattedrale di Bobbio che va dal 1756 al 1802, sotto l’anno 1799 a firma del Parroco Simone Castagnetti, si legge il seguente atto, che scritto in latino, diamo tradotto in italiano per intelligenza della maggior parte dei nostri lettori:
Nello scontro avvenuto il 22 giugno 1799 a parte dell’esercito austro-russo tra i soldati russi, e da parte dell’esercito franco-ligure tra i soldati franco-liguri, scontro che cominciò alle dieci del mattino e cessò alle sette pomeridiane entro le mura della città e anche fuori e inoltre sotto le parrocchie di S. Maria e Vaccarezza, caddero circa quaranta soldati in città e fuori e molti altri furono feriti.
Nelle suddette parrocchie ne furono uccisi circa venti. Quelli che morirono nel distretto della città, furono sepolti qua e là, ma la maggior parte nell’Ossario. Tra questi soldati fu anche ucciso Carlo Ghigliani, marito di Antonia Cevasco della parrocchia di S. Colombano che abitava in città e Giuseppe Bellocchi di Antonio, trentenne, marito di Giacoma Leone, già di questa mia Parrocchia, ma attualmente parrocchiano di Vaccarezza. Anche questi due furono sepolti nell’Ossario della Madonna dell’Aiuto, con gli altri soldati.
Sopraggiunta la notte, i franco-liguri fuggirono verso Porcile passando sotto la parrocchia di Coli, ma avendo passato a questo fine il fiume Trebbia a Cognolo, di questa Parrocchia, nel passare quaranta (1) circa annegarono nelle acque e tra loro morì Giuseppe Peveri fu Gaetano, marito di Caterina Bellocchi, di trent’anni, abitante in questa Parrocchia nella località chiamata la Vignola. Costui era condotto dai Franco-Liguri, perché insegnasse loro la strada. Il cadavere creduto di questo Giuseppe, mentre si estraeva dalle acque, cadde dalle mani di Carlo Farina di Francesco, il quale, essendo presente Francesco Merli di Pietro, trattenne i calzoni del sunnominato Giuseppe e dentro vi trovarono il piccolo coltello e la chiave della cassetta del medesimo. Con questa chiave aprirono la cassetta esistente nella casa Vignola, essendo presente tutta la famiglia del detto Farina e del Merli abitante a Piancasale.

In fede di che ecc.

Simonetti Castagnetti,Parroco





Da La Trebbia del 28 Gennaio 1923

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