1910/07/10 – Ancora il pavimento a mosaico in S. Colombano

Da La Trebbia del 10 luglio 1910

Deputatovi dall’Ufficio regionale di Torino, venne l’egregio architetto Cecilio Arpesani, in presenza del quale proseguita una parte di scavi e praticatisi alcuni cunicoli, comparve tosto una terza zona rappresentante i mesi dell’anno e le costellazioni: gli stessi nomi inseritivi – Augustus, Novembre, Virgo, Sagittarius – lo direbbero, quando ben chiaro non lo rivelassero le scene che l’autore o gli autori del mosaico vollero raffigurare.
A quest’ora, sono 50 metri circa quadrati di pavimento scandagliato, (diciamo scandagliato, non scoperto), ma le zone evidentemente si susseguono lungo l’asse principale della chiesa, né è dato ancora precisare dove esse arrivino. L’opera è giudicata, senz’altro, importantissima, ma datene l’estenzione, certo non è possibile coordinarla ai progettati restauri della cripta.
L’idea pratica quindi che, quasi unica, oggi si affaccia, tanto più che lo spessore di m. 2,35 di terreno di riposto la permetterebbe ben comoda, è la galleria sotterranea, la quale, pur rispettando l’ordine attuale del tempio superiore, tutelerebbe e lascerebbe in evidenza l’opera medioevale.
La si farà, ovvero lasciata scoperta, come indice rivelatore, una piccola parte del mosaico, il resto verrà nuovamente sepolto? Ecco il problema quanto facile nella sua risoluzione tecnica, altrettanto arduo nell’esecuzione pratica, unicamente pei mezzi che mancano qualora il Ministero della pubblica Istruzione non venga in soccorso.

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