1903/11/08 – I cimiteri a Bobbio

Dalla Trebbia del  8 novembre 1903

I CIMITERI A BOBBIO

Così l’anno scorso nel praticarsi i lavori per la fognatura della via di Porta Nuova (ora Corso Garibaldi) furono scoperti vari depositi formati di mattoni quadri con ossa umane.
Quindi non è infondato il sospetto che quivi potesse già esistere il cimitero della Chiesa di San Colombano.
Così ancora è lecito arguire la esistenza di un cimitero nei pressi di Bobbio, regione  San Ambrogio, proprietà ora di casa Malaspina, dall’ Ordo Processionum Cleri Bobiensis, fatto stampare a Milano nel 1756 dal nostro vescovo Gasparre Lancellotto Birago. Imperocché da esso si rileva,  (pag.59 e segg.) dalla 3a feria  (martedì) delle Rogazioni, la processione partita dalla Catt.e e recatasi quivi, dove ancora si vedevano le rovine della Chiesa Parrocchiale di S. Ambrogio, e dell’attiguo campanile, dopo aver fatto commemorazione del S. Dottore, procedeva all’assoluzione a suffragio dei defunti. «Peracta statione, ac decantato Evangelio, fit absolutio, sive aspersio pro Defunctis in eodem loco, in quo, prout ex ruinis dignoscitur, praesertim ex veteri Turris residuo extabat antiquitus Ecclesia Parochialis D. Ambrosio dicata, temporum iniuria nunc prorsus diruta». E che il luogo designato per la tumulazione dei parrocchiani fosse diverso dalla chiesa, lo si ammetterà facilmente, quando si ritenga che la ristrettezza della med.a non poteva essere sufficiente al pietoso ufficio, e che la cultura del terreno circostante alle accennate rovine dissotterrò umani avanzi.
Il citato libro, ricordando poi un atto 1375 rog.o del notaio Giovanotto de Gualandrino, col quale il V.o nostro Roberto Lanfranchi conferiva la chiesa parrocchiale  di S. Ambrogio, resasi vacante per la morte di certo Don Gerardo de Traschio,  al chierico bobbiese Cristoforo Avogarelli de Avocado, come della chiesa, così del cimitero ci fa riportare la fondazione ad un anno di molto anteriore a quello sopra indicato (1375).
Del resto una notizia certa dell’esistenza di un cimitero in Bobbio l’abbiamo nel d.o libro a pag. 48, ecc. Essendo alli 8 8.bre 1630 apparsa in Bobbio la pestilenza, che imperversò sino a mezzo il mese di marzo 1632, il Vescovo d’allora Mons. Francesco Maria Abbiati (in esso libro così si legge) provvide alla designazione di un terreno per la sepoltura degli sventurati, vittima del terribile morbo: e trovatolo in vicinanza del torrente Dorbida, alli 11 ordinò vi si erigessero le cinque croci rituali per la benedizione, alla quale egli med.o procedette nel successivo pomeriggio del 15, ivi condottosi processionalmente col Capotolo, col clero e col popolo. – La chiesa di S. Rocco, patrono contro la peste, esistente già presso la Dorbida, al punto quasi in cui questa si mette nella Trebbia, ed alla destra dell’antica strada pubblica Bobbio – Poacenza, e già distrutta al tempo del prelodato Vescovo Mons. Birago; ma più le ossa umane, nell’attiguo terreno di tratto in tratto dissotterrate ci farebbero mettere il cimitero in discorso in quella località. – Dai registri degli atti di morte della parrocchia della Cattedrale si rileva che fin dalli 16 maggio 1632 (epoca in cui la Dio mercè era cessata fra noi la pestilenza) si riprese l’antica consuetudine di seppellire i defunti entro le chiese, e ciò forse perché il cimitero si rese inservibile per la quantità dei cadaveri in ecco accumulati dall’epidemia? O forse perché inondato, od anche asportato dal vicino torrente?
Questo è quanto non si può decidere: quello che è certo si è che da quell’ epoca (almeno da quanto consta) in Bobbio non si parlò più di cimitero fino all’anno 1823, nel quale, e precisamente nel 3 novembre, il sindaco signor Antonio Malugani in adunanza consulare osservando che questa città era ormai l’unica non solo del regno, ma anche dell’orbe tutto che non avesse un cimitero; diceva che bisognava essere penetrati della necessità di tale stabilimento, essendo pur troppo note le grandi disgrazie ed inconvenienti occasionali dal dar sepoltura nelle chiese. La proposta fu accettata; e si mandò all’ong.re Sig Gazzotti per la scelta del luogo, e per la perizia dell’importo, il tutto in conformità delle R. Patenti 25 9.mbre 1777. Questi alli 23 8.bre 1823 presentava apposita relazione, colla quale si dichiarava adattissimo all’uopo un pezzo della proprietà Corgnate di spettanza del Signor Cristoforo Bacigalupi balla destra del Dorbida, e l’importo per la costruzione del cimitero in L.4610. La relazione era approvata dall’ Ecc.mo R. Senato sedente in Genova alli 24 succ.o 9.mbre. In seguito a ciò l’Architetto Signor Francesco Guglielmini Ass,e di 1a classe del Genio Civile alli 12 gen. 1821 comunicava al Consiglio uno scritto – Capitoli, oneri, istruzioni per l’appalto della formazione del campo S.; a cui annetteva un tipo, che, se fu eseguito avrà dato alla nostra città un elegantino Cimitero.
Dai registri degli atti di morte della Cattedrale appare che la prima ad esservi sepolta fu certa Marina Domenica fu Carlo di Pegni – An. D.ni mill.mo octingentesimo trigesimo die 23 augusti Domiica  Marina q. Caroli e loco Pegni etc. exequiis peractis sepulta in novo sepulcreto fuit – e che l’ultimo fu pure certo Marina Luigi di Gius.e e di Maria di Pegni Altrecati – sepolto alli 24 agosto 1834.
Nel giorno 26 agosto detto anno scatena vasi in alcuni luoghi degli stati Sardi ed anche in Bobbio un terribile uragano, per cui la Dorbida straripando abbatteva il muro di cinta del cimitero, lo riempiva di ghiaia e di sabbia, ed alcuni dei nostri buoni vecchi ci hanno raccontato di aver visto le casse dei cadaveri asportate dalla corrente nella vicina Trebbia. Per riparare ai guasti avvenuti raduna vasi subito il consiglio nel successivo 28 agosto; e dopo varie sedute in quella delli 7 gennaio 1835 delegavasi il Signor Carbonazzi Giovanni aiutante del Genio civile perché di concorso di alcuni consiglieri procedesse alla scelta di un terreno che in base alle R. Patenti 26 maggio  1832 e relativo Regolamento del Reale Senato 30 luglio successivo fosse riconosciuto adatto alla costruzione di un nuovo cimitero. In adunanza 4 febbraio 1835 i delegati riferirono che la località più conveniente era il fondo Corgnato di proprietà del Signor Cristoforo Bacigalupi, e dellaSig.ra Ballerini Maddalena Vedova Malchiodi Sig. Luigi. Eseguiti tutti gli altri incombenti procede vasi alla costruzione alla costruzione per parte del Signor notaio Cozzi Giovanni resosi deliberatario dell’appalto alli 18 luglio 1835 – Benedetto il cimitero sul finire di luglio 1836 dal P. Agostino Cappuccino e Segretario del Vescovo Mons. Cavaleri vi accoglieva pel primo Carlo Farina d’anni 85 circa di Piancasale vittima alli 23 luglio del colera in detto giorno appunto scoppiato nella parrocchia della Cattedrale
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Rechiamoci dunque sovente a visitare quel luogo santo, ove riposano in pace i venerati avanzi dei nostri cari ed ivi nel silenzio della tomba attendono la gloria  della resurrezione: oh! vi andiamo coi sentimenti più soavi della carità cristiana, ispirandoci alle sublimi verità dell’epigrafe;
Tempo, Fortune, Illusioni ha fine
Questo Campo di morte a te lo addita:
Mortal vi pensa, e s’ami pace al fine
Abbraccia il Ver che apporta eterna vita!
Can. Antonio Cavalli

Dalla Trebbia del 22 novembre 1903

Chiar.mo Signor Canonico

Il suo ultimo articolo sulla cronaca bobbiese mi rammenta un epoca che ben pochi nostri concittadini potranno ricordare.
Quando nel 1824 fu fondato il primo cimitero, presso il torrente Dorbida, io ero già nato da quattro anni (1820), e ricordo che in un giorno del 1834, il notaio Sig. Giuseppe Ballerini, presso cui mi trovavo con altri fanciulli per la divozione del mese di Maria, si mise ad esclamare «oh! figliuoli miei, sono già 40 giorni che piove; pregate il Signore e la Vergine Maria che facciano cessare questo diluvio». E fu appunto allora che avvenne lo straripamento del detto torrente e la devastazione del Cimitero perché troppo vicino alla destra sponda di quello. Ricordo pure che a casa mia si piangeva pel rapimento di casse e cadaveri trascinati da quel torrente nella vicina Trebbia, fra cui la salma di mio fratello (Abramo) morto chierico poco prima di quella catastrofe. Ricordo infine df’aver ancora visto seppellire nelle chiese qualche notabile cittadino e di aver conosciuto il venerando Vescovo Isaia Volpe che morì povero perché erogava tutte le sue rendite in grandi elemosine ed in opere di beneficenza, come quella della fondazione dell’Ospedale bobbiese di Carità.
Tutto questo io ricordo e vivi ancora! Non mi par vero. Scusi, caro Sig. Canonico, e mi creda ognora con caldo affetto.
Suo dev.mo servo ed amico
D. Bertacchi

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